Sunday, May 21, 2006

Maieutica: non solo corrente Artistica.



La Maieutica non è solo una mirabile utopia come si è già detto in questi giorni. È una restaurazione dell’essere sull’apparire. Questa nuova corrente non è solo artistica, nasce da esigenze concrete, visto il progressivo calare del peso sociale dell’artista, spazzato via, banalizzato talvolta, visto come l’eroe decadente che fa della penna e del pennello la ragion d’essere, ora considerato come fallito che predica verità distanti da quello che il mondo è diventato.

Il mondo è falso, il falso è diventato simbolo della modernità. Per paura si uccidono i sogni e le nostre emozioni per adattarsi al mondo . Il poeta reclamizza grossi centri commerciali. Senza poter divulgare la libertà del sentire, dell’emotività latente. L’arte calpestata sempre di più, da una sessualità sbandierata come progresso culturale… sembra difficile crederlo, ma si arriva a pensare al sesso persino mangiando, viste le reclame più appariscenti, l’utilizzo del pensiero viene messo insieme alle marche commerciali più in, come se non esistesse più un intimità fatta di sogni e quei piccoli gesti del quotidiano. Viene tutto sbandierato. L’intimità diventa commerciale perdendo il senso dell’amore, anche se nessuno nel loro piccolo arriverà mai all’eccesso voluto. Diviene operazione matematica. Il limite a cui tendere per diventare come l’esempio mediatico vuole.

La maieutica non è un operazione etica. Ma è solo un contrapporre esemplificativamente un sistema ad un altro. Il sistema dell’essere che si distingue dal mondo dell’apparenza. Un sistema aperto al vero aspetto che non ha bisogno di superfluo per poter vivere. L’estrazione dell’essere. Il parto della vera sensibilità, della vera emozione come nuova bandiera non è costruzione retorica.
Si parla nel suo manifesto anche di formazione. Diviene appunto una ricerca della sensibilità vera quella che non ha bisogno dell’immagine anoressica o sociale di una ricchezza da figlio di papà. Ma della vera poetica dell’animo.

Per assurdo ognuno di noi si accorge quanto le leggi del mercato stanno diventando sempre più determinanti per risolvere ogni cosa. Ghettizzati da una tv che opininiza gli aspetti della vita, diviene il controllo, filtro. Come ulteriore prova di verità. Se non esci in tv non sei nessuno. Una stronzata detta bene in televisione diviene rispettabilissima. Come se fosse una garanzia di successo.

La vita sociale all’aperto diviene quasi una aspetto di una povertà da nascondere come un peccato di cui vergognarsi. È determinata dal peso e dall’ingombro degli occhi degli altri filtrati dal controllo mediatico. Un ascoltarsi solo attraverso la scatola televisiva. Il meccanismo è inconscio. Nessuno farebbe mai caso a certi aspetti se non quando appunto resi consapevoli. L’organismo mediatico diventa così inquinamento mentale.
La maieutica non è quindi solo una corrente artistica. La corrente artistica è il manifestarsi appunto della consapevolezza.

Si è rimarcato più volte nel suo manifesto la parola esempio. Infatti non sarà mai un imposizione. Fare arte all’aperto diviene appunto un atto simbolico di intolleranza alla chiusura mentale in cui il controllo ha relegato il nostro sentire. Il sentire deve ritornare non più ad avere una garanzia culturale. Il divisionismo culturale di appartenenza ha creato compartimenti stagni tra persona e persona. Così come dividet et impera crea.
Il sentire Maieutico invece è unità fatta dal sentire comune, esistenziale ed emotivo… la cultura deve ritornare a circumnavigare il sensibile e non viceversa. Un Umanesimo nuovo capace di creare un unico popolo, appartenente finalmente ad unica razza, quella umana.
Pasquale Seu

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