Thursday, August 30, 2007

Omaggio a Trilussa


Racconto di fine estate (30/08/2007)


L’artro giorno, ner mentre che camminavo,
me s’avvicina ‘n signore,
uno de quelli che li telegiornali chiameno “clochard”
(come si pe’ noi fosse più facile da capì)
e me dice ste parole:
“Io taserrebbe li sogni”.
Lì pe lì nun ce feci caso.
E me ne annai pe’ la strada mia.
Ma er clocharde me s’avvicina
e me dice n’artra vorta:
“Io tasserebbe li sogni,
ma non li sogni boni,
li sogni brutti,
quelli che voi omini co li quattrini
chiamate incubi”.
A quer punto
un po’ pe curiosità
un po’ perché
nun c’avevo gnente da fà
me fermai pe’ chiedegglie er perché.
E lui m’arisponne:
“perché è l’unico modo
pe fà felici le persone”.
A quer punto ‘o guardai
come pe dije che era matto,
ma lui senza batte cijo
me disse: “ma te t’o immagini,
in un monno dove agli omini
je tocca da pagà pe’ tutto,
si l’omini dovessero da pagà
pure gli incubi?”
“Te c’hai ragione”, je risposi io,
“ma nun riesco a capì”.
E lui senza batte cijo
m’arisponne: “vedi, fijolo,
si la gente sa che deve da pagà
pure li sogni brutti che fà,
sta sicuro che se sforza
de fà li sogni belli.
E come se fanno li sogni belli fijo mio?
Semplice, non pensanno alle cose brutte.
E così l’omini sarebbero costretti
a pensà solo alle cose belle
e sarebbero felici”.
“Ma te sei matto” je dissi io
“ma nun lo vedi che nun c’hai
na lira, na donna e na casa?
Ma come poi da esse felice?”
A che er clocharde me guarda,
se mette a sede e me dice:
“Te sbaji fijolo,
io basta che chiudo l’occhi
c’ho na casa e na donna diversa
ogni sera
e so’ felice perché so
che nessuno me le po’ pijà”.
“Allora te sei matto davvero”
je dissi e me ne annai,
ma ner mentre che me ne annavo
verso casa, verso quer letto voto,
come ogni sera, come tante sere,
m’assalì alla mente ‘n dubbio:
“E si er matto fossi io?”

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MARCO FLAMMINI

Tuesday, July 31, 2007

Finalmente disponibili i due libri "Poesie?" e "Catartico Oblio"



Sono finalmente disponibili su http://www.lulu.com al modico prezzo di € 6,00 i miei due libri di poesie che da troppo tempo risiedevano nei meandri del mio computer.... Questi libri vanno ad aggiungersi all'altro libro edito dalla Edarc (www.edarc.it) al prezzo di € 10,00, il quale però era un libro monotematico (sull'amore), condiviso con altri autori, e del quale si è parlato su diversi giornali della provincia di Latina e di Pomezia (Roma) e del quale vedete la copertina in questa pagina. Queste due ultime opere (ma solo in ordine di pubblicazione, non di creazione) sono opere con diversi temi e sopratutto di un unico autore cioè il sottoscritto. Non mi dilungo oltre anche perché notizie più precise sono pubblicate sui quotidiani di cui sopra e di cui dò un elenco qui di seguito: Il tempo di Latina, Latina Oggi, Il pontino, Dimensione D, Parvapolis, Telefree, e La Provincia (LT).
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MARCO FLAMMINI

Thursday, June 28, 2007

Il poeta come ladro, messaggero e terapeuta

Parlando sul chan con dei colleghi siamo giunti alla conclusione (confutabile naturalmente) che il poeta è anche un ladro, è un messagero, ma è anche un terapeuta...
Posto qui di seguito le mie considerazioni e spero... di intavolare una seria e serena discussione...Aspetto i vostri commenti

Il poeta è un ladro. E' un ladro perchè ruba emozioni. Così come Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, così il poeta ruba emozioni a colui che le ha, ma non le sa apprezzare o non le sa esternare, per darle a coloro che non le provano, ma che vorrebbero provarle e che saprebbero apprezzarle.
Ma il poeta ruba anche
le emozioni di coloro che ne sono in possesso, ma che non riescono ad esprimere e che sarebbero desiderosi di comunicarle ad altre persone. E allora ecco che il poeta diviene anche un messaggero, oltre che un ladro, messaggero non soltanto delle proprie emozioni, ma anche delle emozioni altrui. Spesso si è detto che il poeta, scrivendo, esprime le proprie emozioni. Ciò non è del tutto corretto, perché il poeta, quando lo desidera, riesce ad esprimere anche i sentimenti e le emozioni di altre persone, di tutte quelle persone (a lui più o meno vicine) che vorrebbero, ma non riescono ad esternare quel turbine di passioni che le attanaglia dall'interno e che crescono sempre di più. Ecco perchè la vera soddisfazione, il vero successo del poeta non sta nella fama o nel guadagno, ma sta nel riuscire a vedere una persona che leggendo i suoi versi provi un'emozione mai provata prima. Il vero successo del poeta sta nel riuscire a far palpitare un cuore che non aveva mai battuto, nel far sgorgare una lacrima da occhi che non avevano mai pianto, nel riuscire a far esternare sentimenti e sensazioni a coloro che non le avevano mai provate. Questo è il compito del poeta: rendere vive le persone, e vivere non significa soltanto respirare come diceva Neruda ("recordando siempre que estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.").
Ed ecco che d'improvviso il poeta diviene anche terapeuta...Concludo dicendo che il poeta avrà raggiunto il suo scopo ogni qualvolta che riuscirà a rendere "vive" le persone, indipendentemente da quale sia il sentimento che si provi, l'importante è che si provi.

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MARCO FLAMMINI

Chi vede il bicchiere mezzo vuoto? E chi mezzo pieno?


Dopo il post precedente sul pessimismo, non poteva mancare un riferimento alla diversa visione fra ottimisti e pessimisti...Però questa classificazione, per quanto mi riguarda è abbastanza obsoleta...La classificazione attuale non dovrebbe più avvenire utilizzando i due aggettivi succitati, ma bisognerebbe effettuare una suddivisione tra Pessimi ottimisti e Ottimi Pessimisti...

Ma qual è la differenza tra queste due categorie di persone? È presto detto. Il “pessimo ottimista” (da non confondersi con il “realista” con il quale si hanno comunque dei tratti in comune) ha un visione del mondo, della vita, e delle persone globalmente negativa (quasi sfiduciata), ma in questa negatività egli cerca di trovare sempre, quotidianamente, il lato positivo: ed è su questa positività (e sulla ricerca di essa) che il “pessimo ottimista” basa la sua esistenza. Non ha importanza, per esempio, se ciò che di positivo ci accade nell’arco di una giornata (di un mese, di un anno, ecc.) sia qualitativamente e quantitativamente inferiore a ciò che ci è accaduto di negativo. L’importante è che sia accaduto; e ancora più importante è prendere, afferrare, questa positività e accumularla quotidianamente, perché questo è il solo ed unico modo che ci permette di superare le difficoltà e di vivere una vita più serena (si badi che ho detto “più serena” e non “totalmente serena”) con noi stessi e con gli altri (anche perché non bisogna dimenticare che in una società come quella di oggi è necessario saper vivere “tra la gente” pur non dovendo e non volendo vivere “per la gente” e che l’isolamento non farebbe altro che acuire ed accentuare la negatività di cui già tutti, volenti o nolenti, siamo circondati). L’ “ottimo pessimista”, invece, vede la negatività in tutto ciò che lo circonda e trova, in ogni cosa, anche in quel poco di positivo che accade, il lato negativo, non facendo altro, in questo modo, che accumulare negatività su negatività, una negatività che all’inizio è minima, ma che, con il passare del tempo, aumenta in maniera esponenziale, portandolo a vivere una vita piena di dubbi ed incertezze che non troveranno mai uno sbocco, mai una risposta, una vita triste di sofferenza autoinferta, insomma, senza quel minimo di felicità (anche perché tutti sappiamo che la felicità assoluta non esiste e che bisogna cogliere al volo, quasi come un “carpe diem” quell’attimo di felicità che comunque attraversa la vita di tutti), necessaria per poter proseguire la propria esistenza in pace con se stessi e con gli altri, “tra la gente” in poche parole. Ecco perché, concludendo, credo che sia meglio vivere una vita da “pessimo ottimista” (anche perché in questo mondo viverla da ottimista assoluto è quasi impossibile) piuttosto che da “ottimo pessimista”. Nel primo caso, attraverso quel che di positivo si riesce a percepire, si riesce anche ad affrontare con più o meno serenità la propria esistenza (cosa da non sottovalutare considerando ciò che sta accadendo in questo giorni intorno a noi); nel secondo caso (accumulando negatività) non si farebbe altro che acquisire e/o aumentare (nel caso già sia presente) la propria depressione che, a lungo andare, potrebbe anche condurre alcuni individui a gesti estremi. Se poi qualcuno, in tutto ciò, riuscirà a vivere la propria vita da “ottimista”, ciò non potrà fare altro che farmi piacere, sperando che in un futuro, non troppo lontano, “ottimisti” lo possiamo diventare tutti, perché vorrà dire che qualcosa nel mondo sarà cambiato (in positivo, ovvio).
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MARCO FLAMMINI

La posia è triste o è solo la conseguenza della tristezza?

La poesia...questa sconosciuta...solitamente è l'espressione di uno stato d'animo negativo..ma è sempre così? Qui ho cercato di sintetizzare il mio pensiero, ma spero che ci sia qualcuno disposto a confutarmi....il dialogo è alla base...sempre..

La poesia è triste in quanto poesia! Cerchiamo di chiarire meglio il concetto: ogni poesia, qualunque tipo di poesia nasce da uno stato d’animo che per forza di cose non può essere gioioso; infatti una persona è portata a scrivere una poesia solo quando si trova in una condizione malinconica, perché se così non fosse non vi sarebbe bisogno di scrivere. La poesia, infatti, come diceva Leopardi, è un “impetu” e, aggiungo io, anche uno sfogo; scrivere una poesia significa dire in versi ciò che non si riesce, o non si può, dire a voce, per timidezza o per altri motivi.
Abbiamo detto che la poesia deriva da uno stato d’animo generalmente malinconico, ma aggiungiamo anche che questa condizione non si riversa essenzialmente nei contenuti della poesia, ma solo nel suo stile. Vediamo di fare un esempio chiarificatore, per quanto banale: se vengo lasciato dalla mia ragazza mi verrò senz’altro a trovare in una situazione di malinconia e di conseguenza mi sfogherò scrivendo una poesia relativa al mio stato d’animo di quel momento, ma quella poesia non necessariamente parlerà della causa della mia momentanea condizione di tristezza; cioè la mia poesia sarà sicuramente velata di malinconia, ma il contenuto sarà completamente diverso dalla causa di essa, potendo trattare di qualsiasi argomento mi venga in mente in quel momento.
Concludiamo affermando che la poesia e il poeta non sono pessimisti di per sé, ma è il pessimismo che si pone al servizio della poesia e fa sì che la poesia stessa esista. Un pessimismo però non definitivo, ma momentaneo. D’altronde se la vita scorresse via tranquillamente, senza dolore, non vi sarebbe alcun bisogno, né alcuno stimolo a scrivere poesie e a tal proposito sfido chiunque a cercare e trovare delle poesie velate di ottimismo e in cui non vi sia almeno un velo di tristezza o di malinconia.

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MARCO FLAMMINI

E questa è la terza e ultima parte della discussione..

E qui abbiamo la terza e ultima parte della nostra discussione..aspetto i commenti e i suggerimenti....e anche delle riflessioni sono bene accette (LORD_JIM è MARCO FLAMMINI):



LORD_JIM: odi, il carattere distintivo della poesia secondo i formalisti russi...era l'ambiguità, la polisemia della poesia...
LORD_JIM: secondo loro il linguaggio poetico consisteva nel processo di straniamento
Odisseo: ma io ritengo che una poesia ha due linguagi un po come una persona
Odisseo: uno intimo sentimentale
Odisseo: una ragionato
Odisseo: uno
Odisseo: il contenuto emotivo viene assorbito
Odisseo: prima che la poesia venga capita
Odisseo: ... come dice anche eliot
Odisseo: ... ma la poesia si concretizza nel secondo punto
Odisseo: nell'altro linguaggio
Odisseo: che la rende strutturata
LORD_JIM: Eliot è un altro caso...lì dovremmo andare a finire sul flusso di coscienza.....
LORD_JIM: e sulle metafore e i paragoni fra la vita e un cucchiaino di zucchero nel caffè
Odisseo: insomma costruire a frammenti è utile fino ad un certo punto
LORD_JIM: ma io non parlo di costruire a frammenti
Odisseo: ma la costruzione delle emozioni deve essere
Odisseo: imponente...
Odisseo: e li che si vede il talento
Odisseo: tutti amano
Odisseo: tutti sognano
Odisseo: tutti provano emozioni
Odisseo: ma...
Odisseo: ... il poeta non è poeta solo per nascita
Odisseo: come dice neruda... vivere è qualcosa di più che essere venuti al mondo
LORD_JIM: conosco la poesia che hai citato
LORD_JIM: ma
LORD_JIM: io parlo dell'essere poesia in quanto poesia...in quanto fine a sè stessa
LORD_JIM: partiamo da un assioma
LORD_JIM: la differenza tra poesia e narrativa?
Odisseo: be... è pretamente tecnica
LORD_JIM: la narrativa descrive o rappresenta la realtà (o la fantasia)
LORD_JIM: la poesia cosa fa? Deforma, trasfigura la realtà
LORD_JIM: e per fare questo ha bisogno dell'ambiguità...della polisemia..e non dell'univocità
Odisseo: la poesia è il massimo del significato nel minimo di testo, la narrativa il contrario
LORD_JIM: su questo credo di poter essere d'accordo
LORD_JIM: allora torniamo un attimo alla mia poesia sul mare....e poi la confrontiamo con un grande come Saba
LORD_JIM: io adesso scrivo "Tavola azzurra imbandita di un rubicondo frutto"
Odisseo: be siete ermetici entrambi
LORD_JIM: e adesso scrivo "Il mare circondato di persone"
LORD_JIM: ecco che la natura poetica non c'è più...
LORD_JIM: con la seconda frase.... ho descritto ciò che vedo
LORD_JIM: ma non come lo vedo
LORD_JIM: se io dico "il mare circondato di persone" descrivo asetticamente una cosa, ciò che vedo
LORD_JIM: ma nel verso "tavola azzurra imbandita di rubicono frutto" esprimo tutte le mie emozioni e chi legge
LORD_JIM: sa cosa provo in quel momento
LORD_JIM: anche l'altra poesia
LORD_JIM: se io scrivo "Copiosa la pioggia dall'azzurro chiarore sgorgò"
Odisseo: ma usi espressioni che sono troppo ragionate
LORD_JIM: e poi scrivo "Ha pianto tanto da rovinare quei bei occhi azzurri!
LORD_JIM: cambia totalmente l'intensità dell'emozione
Odisseo: Tavola azzurra imbandita di un rubicondo frutto
LORD_JIM: Copiosa la piggia
Odisseo: non lo vedo il mare
Odisseo: il mare non c'è qua
LORD_JIM: fa capire
LORD_JIM: l'intensità, ma anche la qualità del pianto...
Odisseo: no non si capisce
LORD_JIM: ha pianto tanto
LORD_JIM: fa capire la quantità ma non la qualità
LORD_JIM: tavola azzurra non vedi il mare!!!
Odisseo: insomma il poeta non mette simboli a caso ma simboli riconoscibili
LORD_JIM: ma è la prima cosa che viene in mente...
Odisseo: a me no
LORD_JIM: allora cambiamo totalmente esempio
Odisseo: tavola e frutto
Odisseo: portano altrove
LORD_JIM: io mi tiro fuori perchè non voglio considerarmi un poeta, non ancora...perlomento
LORD_JIM: e prendiamo Saba
LORD_JIM: ti posto un attimo una poesia di Saba
LORD_JIM: "Il portiere su e giù cammina come sentinella.
LORD_JIM: Il pericolo lontano è ancora. Ma se in nembo
LORD_JIM: s'avvicina, oh allora
Odisseo: prova a scrivere tavola azzurra imbandisce sulla riva il rubicondo frutto
LORD_JIM: una giovane fiera si accovaccia e all'erta spia"
Odisseo: :D
LORD_JIM: leggi la poesia di Saba
LORD_JIM: e adesso prendiamo tre parole "nembo", "fiera", "spia"
LORD_JIM: nembo cosa rappresenta? La minaccia che gli avversari potrebbero portare alla porta protetta dal portiere
LORD_JIM: fiera cosa rappresenta? Rappresenta il portiere che si accovaccia pronto a spiccare il balzo per parare il pallone
LORD_JIM: e nella posizione in cui si mette è simile a una fiera
LORD_JIM: la parola spia invece cosa rappresenta? Rappresenta lo sguardo attento del portiere
LORD_JIM: queste tre parole non sono altro che metafore e simboli...grazie ai quali hanno acquistato un significato diverso dall'originario
Odisseo: be è diversa dalla tua come la notte lo è col giorno
LORD_JIM: pensa se anzichè usare queste parole Saba avesse descritto semplicemente ciò che vedeva
Odisseo: innanzi tutto l'oggetto della poesia
LORD_JIM: noi avremmo saputo ciò che stava accadendo, ma non che emozione provasse Saba nel vedere una partita di calcio
Odisseo: è chiaro
Odisseo: deffinito
Odisseo: ... e noi non penseremo ad altro
LORD_JIM: Saba si cala nella mente del portiere
Odisseo: gli aggettivi si riferiscono al portiere
LORD_JIM: ale...ma tu nella mia poesia che inizia con "Tavola azzurra...ecc."
LORD_JIM: dimentichi una cosa importante...
Odisseo: non importa quanto vago sia un aggettivo se l'oggetto è chiaro
LORD_JIM: il titolo della stessa
LORD_JIM: quella poesia si intitola "Mare d'inverno"
LORD_JIM: vedi...
LORD_JIM: ti sei talmente fatto prendere dai simboli che non hai posto attenzione sul titolo...
Odisseo: lord
Odisseo: la poesia è fatta così... è una regola fissa.
Odisseo: l'oggetto
Odisseo: deve essere chiaro
Odisseo: gli aggettivi qualificano l'oggetto quale bello
Odisseo: simpatico
Odisseo: e così via
LORD_JIM: la poeesia non è una regol fissa
LORD_JIM: la poesia ha delle regole che dovrebbero essere seguite...
LORD_JIM: ma che non è necessario seguire....
LORD_JIM: l'unica regola della poesia che invece va seguita
LORD_JIM: è la POLISEMIA, o l'uso delle metafore se vogliamo
Odisseo: puoi infrangerle tutte
Odisseo: tranne uno
Odisseo: l'oggetto è chiaro
Odisseo: se non è chiaro l'oggetto della poesia
Odisseo: la poesia non esiste
Odisseo: posso anche creare diferenza di potenziale tra titolo e testo
LORD_JIM: ma se io nel titolo metto l'oggetto della poesia...poi nel testo posso perfettamente usare tutta la simbologia che voglio
Odisseo: ossia gli do un nome che non c'entra con il testo...
LORD_JIM: oppure
Odisseo: cosi ne creo una terza
Odisseo: certo
Odisseo: ungaretti faceva così
LORD_JIM: no, ripeto quello che ho scritto sopra: io ho due possibilità la prima è
LORD_JIM: che
LORD_JIM: io nel titolo metto l'oggetto della poesia...poi nel testo posso perfettamente usare tutta la simbologia che voglio
Odisseo: se manca il titolo
Odisseo: m'illumino d'immenso
Odisseo: non ha significato
Odisseo: certo
Odisseo: l'importante che l'oggetto sia deffinito
LORD_JIM: dimentichi la seconda possibilità che ci viene data
LORD_JIM: possiamo anche omettere di scrivere l'oggetto della poesia nel titolo...anche perchè
LORD_JIM: abbiamo artifici che ci permettono di nominarlo nel testo, anche
LORD_JIM: se non esplicitamente
Odisseo: be lo rendi esplicito nel testo
LORD_JIM: è il caso dell'acrostico
LORD_JIM: io scrivo un titolo
LORD_JIM: per esempio Visione onirica
Odisseo: raggruppate come tigri pronte al balzo, le onde. arrivavarono a bagnarmi i piedi... (qual'è l'oggetto?)
LORD_JIM: e poi nel testo faccio in modo tramite l'acrostico che le prime
Odisseo: non le tigri
Odisseo: sicuramente
LORD_JIM: l'oggetto sono le onde
Odisseo: esatto
LORD_JIM: ti stavo dicendo che pure non nominando l'oggetto nel titolo nè
LORD_JIM: nominandolo esplicitamente nel testo
LORD_JIM: tramite l'acrostico
LORD_JIM: possiamo fare in modo di nominarlo semplicemente
LORD_JIM: perchè le prime lettere di ogni verso formano il nome della persona o della cosa
Odisseo: e si
Odisseo: vero...
LORD_JIM: Titolo "Visione Onirica"
LORD_JIM: Poesia:
LORD_JIM: Sognare il tuo viso
LORD_JIM: aspè
LORD_JIM: allora il titolo è Visione Onirica
LORD_JIM: la poesia è
LORD_JIM: Sognare il tuo candido viso
LORD_JIM: Osa la mia mente
LORD_JIM: Nuotando leggera
LORD_JIM: In un onirico universo
LORD_JIM: Al di là della fantasia.
LORD_JIM: allora odi
LORD_JIM: qual'è o chi è l'oggetto?
Odisseo: sonia
LORD_JIM: visto?
LORD_JIM: o l'oggetto sta nel titolo (mare d'inverno)
LORD_JIM: o si ricava dalla poesia stessa (sonia)
LORD_JIM: come vedi l'ambiguità, la polisemia della poesia...
LORD_JIM: sono fondamentali
LORD_JIM: e torniamo a Saussure
LORD_JIM: il segno linguistico è arbitrario
LORD_JIM: ma il codice linguistico non può esserlo
LORD_JIM: tu se scrivi una lettera ad un azienda usi un codice e uno stile diverso da quelli che
LORD_JIM: useresti se scrivessi una lettera ad un amico
LORD_JIM: e quindi caro odi
Odisseo: na...
LORD_JIM: per scrivere una poesia non puoi esimerti dalla polisemia, dalla musicalità, dal ritmo
Odisseo: l'oggetto è sempre certo
Odisseo: puoi fare ciò che vuoi con la polisemia
Odisseo: ... ma l'infinito ad esempio
Odisseo: sai di che parlo
Odisseo: sicuramente se la chiamavo carciofo
Odisseo: ... non era la stessa cosa
Odisseo: ... il signiìficante è convenzionale
Odisseo: ma si riffà all'oggetto
Odisseo: se no lascerebbe nel vago
LORD_JIM: quella poesia potevano intitolarla in qualsiasi modo, ma le parole che usa Giacomo
Odisseo: tutta la struttura
LORD_JIM: avrebbero cmq suscitato la stessa emozione e avrebbero fatto cmq capire di cosa si parlava..
Odisseo: be è esplicito due volte
LORD_JIM: in poesia non è importante cosa si dice, ma come si dice
Odisseo: sia nel titolo che nel testo
Odisseo: sicuramente non era sempre caro mi fu questo carciofo
Odisseo: che da tanta parte l'ortolano esclude
Odisseo: ,,, :D
Odisseo: insomma cambia le parole
Odisseo: e ti accorgi che non torna
LORD_JIM: appunto
LORD_JIM: odi, mi stai dando implicitamente ragione
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MARCO FLAMMINI

Ecco qui la seconda parte della discussione

E adesso eccovi la seconda parte della discussione (LORD_JIM è MARCO FLAMMINI):



LORD_JIM: se tu dici che il discorso poetico è polisemico
LORD_JIM: allora è anche contestuale organico
LORD_JIM: giusto?
ODisseo: certo... per non cadere nel vago bisogna orientare
ODisseo: contestualizzare
ODisseo: il titolo aiuta
LORD_JIM: sì, ma Jakobson affermava una cosa fondamentale
LORD_JIM: e cioè che le figure traslate, erano le direttrici semantiche del linguaggio poetico
LORD_JIM: dove per figure traslate si intendono metafora e metonimia
LORD_JIM: quindi se io non uso la metafora e la metonimia
LORD_JIM: non creo polisemia
LORD_JIM: giusto?
ODisseo: ,,, nel contesto
LORD_JIM: allora odi, a proposito di contesto
LORD_JIM: prendiamo un attimo jakobson e i fattori della comunicazione
LORD_JIM: che sono sei
ODisseo: ok ti ascolto
LORD_JIM: 1) Contesto (ciò di cui si parla)
LORD_JIM: 2) il mittente (chi parla)
LORD_JIM: 3)il destinatario (chi ascolta)
LORD_JIM: 4) il messaggio (l'informazione)
LORD_JIM: 5) il codice (la lingua)
LORD_JIM: 6) il contatto (il canale che permette la comunicazione)
LORD_JIM: io l'ho un po' semplificato, ma è chiaro lo stesso no?
ODisseo: ,,, bene
LORD_JIM: allora prendi
LORD_JIM: i sei fattori di cui sopra
LORD_JIM: e sovrapponi
ODisseo: ... la questione è pragmatica
ODisseo: inirente la funzione semica
LORD_JIM: le corrispondenti funzioni linguistiche
LORD_JIM: che sono
LORD_JIM: 1) Emotiva
LORD_JIM: 2) Referenziale e poetica
LORD_JIM: 3) Fatica e Metalinguistica
LORD_JIM: 4) la conativa
LORD_JIM: entrambe le funzioni possono essere sovrapposte?
LORD_JIM: giusto?
ODisseo: .... certo
ODisseo: però riposta la poesia
ODisseo: così la analizziamo alla luce di Jakobson
LORD_JIM: questo che ti dice? Conferma ciò che dicevo oggi
LORD_JIM: cioè dipingere con le parole
ODisseo: si in parte...
LORD_JIM: fai conto che il poeta è come un pittore
ODisseo: ma la discussione era sul primo verso
ODisseo: la parola azzurro
LORD_JIM: che usa la lingua come pennello
ODisseo: esulava dal semio Mare
LORD_JIM: secondo me il segno poetico, alla luce di quanto detto,
LORD_JIM: è interamente, e non parzialmente, iconico
LORD_JIM: faccio un altro esempio?
LORD_JIM: se noi prendiamo significante e significato
LORD_JIM: il loro rapporto, come diceva Saussure
LORD_JIM: è arbitrario...e ne abbiamo già parlato, ti ricordi?
ODisseo: si
LORD_JIM: dicevo
LORD_JIM: secondo Saussure il rapporto tra significato e significante è arbitrario
LORD_JIM: e io sono d'accordo
LORD_JIM: ma se si parla di linguaggio comune
ODisseo: ma secondo me no... non nella tua poesia...certo si potrebbe parlare di sensazioni
ODisseo: e poesia sensazionalistica
LORD_JIM: appunto, ale, appunto
ODisseo: ma a livello di significante e significato
ODisseo: no...si discostava
LORD_JIM: nella poesia il rapporto tra significante e significato
LORD_JIM: deve essere motivato
ODisseo: mmm ma se il segno è vago
ODisseo: sarà vaga anche la sensazione
LORD_JIM: ma il segno poetico è diverso dal segno comunicativo
ODisseo: probabilmente vuoi che la gente si domandi
LORD_JIM: nella comunicazione standard
ODisseo: marco ma nella tua intenzione di poeta
LORD_JIM: la lingua è un mezzo comunicativo
ODisseo: volevi che chi ascolta
ODisseo: trovasse il mare
ODisseo: .. oppure volevi tralasciare l'incognita
LORD_JIM: in poesia l'espressione non è separabile dai contenuti
LORD_JIM: io volevo, come ho già detto
LORD_JIM: che ogni persona provasse un emozione diversa, ma che cmq provasse un emozione
ODisseo: ... capito
LORD_JIM: galvano della volpe
LORD_JIM: ti ricordi cosa diceva?
LORD_JIM: parlava di modelizzazione della poesia
ODisseo: ... secondo me la comunicazione non è solo nel piano semico e anche nel piano emotivo
LORD_JIM: anzi modelizzazione iconica
ODisseo: se l'emozione è astratta
LORD_JIM: della poesia
ODisseo: sarà astratto anche il messaggio
LORD_JIM: la poesia è fine a se stessa....
LORD_JIM: ecco il perchè delle diverse emozioni in chi legge
LORD_JIM: ti cito
LORD_JIM: Beccaria
LORD_JIM: se me lo ricordo bene
LORD_JIM: mi sembra che dicesse
LORD_JIM: che "in poesia il significato del discorso non è mai in grado di accogliere tutto il senso"
LORD_JIM: o qualcosa del genere...
ODisseo: mmm ma io ho un altro modo di vederlo
ODisseo: per me la costruzione forma segno logica della poesia deve esserci
ODisseo: se cerco la sensazione
ODisseo: e basta... mi riterrei molto americano
ODisseo: quasi che la poesia dovesse intratenere
ODisseo: e non pensare
ODisseo: e non far pensare
LORD_JIM: ti faccio un esempio
LORD_JIM: tu conosci la tecnica dello straniamento?
ODisseo: si ma vagamente ne ho sentito parlare
LORD_JIM: la poesia in quanto espressione straniata
LORD_JIM: sposta l'oggetto...
LORD_JIM: scusa...lo sposta semanticamente volevo dire..
LORD_JIM: cioè lo allontana
LORD_JIM: dai meccanismi linguistici dei comuni messaggi
LORD_JIM: è chiaro?
LORD_JIM: Lotman per esempio diceva che
LORD_JIM: la struttura linguistica
LORD_JIM: il mezzo di trasmissione dell'informazione
LORD_JIM: quella letteraria ne è il fine, il contenuto
LORD_JIM: per dirlo in parole povere
LORD_JIM: il segno letterario, pur affondando le sue radici, nei sistemi culturali
LORD_JIM: secondo me si distacca
LORD_JIM: e si distingue da qualsiasi segno
LORD_JIM: della cultura
LORD_JIM: proprio perchè è un segno iconico (come dicevo oggi)
ODisseo: mmm
ODisseo: si ho letto
LORD_JIM: anzi ale
LORD_JIM: diciamo
ODisseo: interessante
LORD_JIM: per concludere
LORD_JIM: per quanto mi riguarda
ODisseo: ... brech
ODisseo: :D grnade
LORD_JIM: che il segno poetico
LORD_JIM: è va al di là della lingua
LORD_JIM: potrebbe essere translinguistico
ODisseo: mmm secondo me stiamo perdendo di vista l'ascoltatore della poesia
ODisseo: io ti dirò diamo a cesare quello che è di cesare... se io ti scrivo il rosso silenzio scende giù nel cuore...
ODisseo: difficilemente coglieresti il natale
ODisseo: magari più un tramonto
ODisseo: o che ne so un ricordo vago tuo personale
ODisseo: ma se chi scrive e vago...
ODisseo: non cogli in esso il genio
LORD_JIM: esatto
LORD_JIM: siamo d'accordo
LORD_JIM: ed è questo lo scopo della poesia
LORD_JIM: la connotazione
LORD_JIM: del linguaggio infatti
ODisseo: cioè la scomparsa dell'autore
LORD_JIM: è solo un processo o no?
ODisseo: e del suo sentimento
LORD_JIM: certo
LORD_JIM: anche perchè secondo me
LORD_JIM: lo stesso processo di connotazione
ODisseo: quindi sei per una poesia impersonale
LORD_JIM: implica l'ambiguità del linguaggio
ODisseo: come quella di hesse
LORD_JIM: e no...
LORD_JIM: ci stiamo allontanando
LORD_JIM: la poesia non può essere impersonale
LORD_JIM: perchè
LORD_JIM: ogni poeta ha il suo stile
LORD_JIM: indipendentemente da ciò che scrive
LORD_JIM: se tu leggi una poesia
LORD_JIM: riesci a riconoscere chi è l'autore anche se non viene citato
LORD_JIM: e questo indipendetemente da ciò che viene scritto, ma solo in base al suo stile
LORD_JIM: beh...è quello che facciamo tutti.
ODisseo: certo ma io nella poesia voglio vederci più che una sensazione... fare coriandoli di poesia mi pare semplicistica
ODisseo: come cosa

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MARCO FLAMMINI

La poesia è solo ispirazione o anche artificio..

Oggi ho deciso di inserire su questo blog, oltre alle solite poesie...anche una discussione avuta con un collega su come debba essere la poesia...però essendo la discussione molto lunga ho decisa di dividerla in tre parti.....leggete, riflettete e se volete commentate... P.S. La discussione è partita a causa della mia poesia giovanile relativa al mare (la foto non è messa a caso :-)). LORD_JIM è MARCO FLAMMINI

Ecco la discussione:

LORD_JIM: la tavola azzurra imbandita di rubicondo frutto..
ODIsseo: abbiamo detto di polisemia
LORD_JIM: è troppo simbolico?
LORD_JIM: secondo te il rubicondo frutto che può essere?
ODIsseo: si ma leopardi comunque la simbologia che usa non è vaga... ma certa
ODIsseo: noi siamo abituati alla polisemia odierna
LORD_JIM: rispondi alla mia domanda di sopra
LORD_JIM: rubicondo frutto su una tavola azzurra...imbandita..
ODIsseo: dovrei vederla nel contesto
ODIsseo: se la isoli
ODIsseo: ... potrebbe essere qualsiasi cosa
LORD_JIM: stavolta è chiaro no? Questo dimostra che sono diventato ermetico con il tempo...
LORD_JIM: senza volerlo..
LORD_JIM: chiamala maturazione, evoluzione
LORD_JIM: aspè che te la posto qui
ODIsseo: ... la pragmatica
ODIsseo: però chiarisce molto
ODIsseo: è come il The (l'articolo inglese)
LORD_JIM: Tavola azzurra
LORD_JIM: Imbandita di
LORD_JIM: Un rubicondo frutto,
LORD_JIM: Circondata di
LORD_JIM: Persone festanti,
LORD_JIM: D’inverno la quiete
LORD_JIM: Ti fa compagnia,
LORD_JIM: Mentre taciturna ascolti
LORD_JIM: Color che s’amano.
LORD_JIM: ecco qui
LORD_JIM: visto la differenza fra una poesia scritta nel 1997 (questa) e quelle scritte nel 2006 (le altre)
LORD_JIM: ?
ODIsseo: che è una mela
LORD_JIM: ma porc
LORD_JIM: nel mare, una mela?
LORD_JIM: di che colore sono le persone...
ODIsseo: il mare è la tavola azzurra
ODIsseo: :(
LORD_JIM: e di che colore diventano i primi giorni di mare, prima di abbronzarsi?
ODIsseo: accidenti bisogna diventare minatori
ODIsseo: con te
LORD_JIM: il mare è la tavola...il rubicondo frutto sono le persone...
LORD_JIM: azz..bella sta metafora...
ODIsseo: ermetico surrealista
ODIsseo: azzz
LORD_JIM: ma se ti ho detto che io l'ermetismo non lo sopporto
ODIsseo: il massimo dell'ermetismo
LORD_JIM: è la corrente letteraria che più odio
ODIsseo: ma cavolo nessuno ci sarebbe arrivato... forse si con l'azzurro, ma il contesto era altro... se i verbi sono della cucina
LORD_JIM: mi rifaccio all'800 (sonetti spesso) e allo stilnovo
ODIsseo: uno non pensa al mare
ODIsseo: io ci vedo molto eluard
ODIsseo: e mallarmè
LORD_JIM: però non ti sei allontanato molto dal surrealismo e sai perchè?
ODIsseo: poco 800
ODIsseo: quello è surrealismo
LORD_JIM: perchè nella pittura i miei preferiti sono Magritte e Dalì
LORD_JIM: quindi diciamo che quando scrivo cerco di dipingere con le parole...
ODIsseo: ho notato
ODIsseo: artaud
ODIsseo: ... breton
ODIsseo: sopratutto
LORD_JIM: ecco perchè continuo a sostenere che la poesia deve suscitare emozioni e poi comunicare
LORD_JIM: ti dicevo
LORD_JIM: io cerco di dipingere con le parole
LORD_JIM: e quindi secondo me il poeta è come un pittore
LORD_JIM: se io dipingo un bosco con una casa....
LORD_JIM: e la stessa cosa la dipinge magritte
LORD_JIM: chi guarda avrà differenti emozioni
LORD_JIM: e sai perchè?
ODIsseo: be si... io parlavo di surrealsimo perchè imbaldire il mare
ODIsseo: è un operazione letteraria
ODIsseo: ma onestamente nel testo i verbi si rifanno alla cucina
LORD_JIM: perchè chi guarda il mio quadro dirà che è solo un disegno
ODIsseo: quindi a primo akitto
ODIsseo: apparte azzurro
ODIsseo: ... il resto del contesto
ODIsseo: è altro
LORD_JIM: chi guarda quello di magritte si chiederà come mai magritte ha messo una casa isolata nel bosco
LORD_JIM: e perchè c'è la luce accesa
ODIsseo: si ma quello è visivo... una poesia di solito per contestualizzare ha bisogno di due richiami
LORD_JIM: e si chiede chi ci sarà in quella casa e che starà facendo
ODIsseo: se tu aggiungevi spiaggia
ODIsseo: alla fine
ODIsseo: la cosa era certa
LORD_JIM: ma se l'avessi aggiunto la metafora culinaria dove andava a finire..
LORD_JIM: chi legge la poesia sopra avrà diverse sensazioni e sai come?
ODIsseo: ma tu vuoi laasciare il vago
ODIsseo: o il certo del pensiero
LORD_JIM: adesso ti spiego
ODIsseo: ,,, insomma è come un vedo non vedo
LORD_JIM: bravo
LORD_JIM: anzi è come un dire non dire...
LORD_JIM: quando io voglio dire, uso l'acrostico..
LORD_JIM: chi legge su
ODIsseo: ma la grandezza del pensiero si rifà sempre a una costruzione logica degli eventi... e sembrano ritagli di poesia
LORD_JIM: si chiederà:
LORD_JIM: anzi qualcuno si chiederà
LORD_JIM: ma perchè la tavola è azzurra, cosa stanno festeggiando, un anniversario di matrimonio
ODIsseo: be ma ritagliare così è relativamente semplice... io sono abituato alla sensazione
LORD_JIM: qualcun'altro capirà che
LORD_JIM: la tavola azzurra è il mare
ODIsseo: ma anche alla logica
LORD_JIM: e cercherà di spiegarsi da dove esce quel rubicondo frutto
ODIsseo: e no... se il contesto pare essere una tavola imbandita per il pranzo
ODIsseo: anche il rubicondo frutto si ricchiama alla cucina
ODIsseo: ma non alla gente
LORD_JIM: potrebbe anche essere....
ODIsseo: la gente sta intorno
LORD_JIM: tu non riesci ad immaginare la spiaggia e il mare una tavola
LORD_JIM: mentre ti cibi di sole, di amore?
LORD_JIM: vedi che tutto torna
LORD_JIM: il mare come una tavola su cui porre l'amore di cui cibarsi...
LORD_JIM: cibarsi di amore....fare indigestione di amore...quale luogo più ideale del mare e della spiaggia
LORD_JIM: con tutte le sensazioni
LORD_JIM: che suscita
LORD_JIM: adesso te ne posto un'altra
LORD_JIM: Possedere,
ODIsseo: ok
LORD_JIM: Possedere,
LORD_JIM: Oltre il tempo,
LORD_JIM: Eternamante, il
LORD_JIM: Suono dell parole
LORD_JIM: In fondo alla propria
LORD_JIM: Anima
LORD_JIM: vedi
LORD_JIM: qui volevo comunicare
LORD_JIM: il significato della poesia
LORD_JIM: e ho fatto in modo che si capisse di cosa si sta parlando
ODIsseo: si questa è chiara
LORD_JIM: esuliamo un po' dal contesto della poesia
ODIsseo: sarebbe però bello si chiamasse poesia
LORD_JIM: in che senso?
ODIsseo: però bella
LORD_JIM: il titolo è Parole e magia
ODIsseo: aaa ecco
LORD_JIM: perchè la poesia è la magia delle parole
ODIsseo: pensavo si chiamasse possedere
LORD_JIM: o usa parole magiche
ODIsseo: bellissima
ODIsseo: allora
LORD_JIM: grazie
LORD_JIM: alloea, odi
LORD_JIM: esuliamoi un attimo dal contesto poetico
LORD_JIM: e rifugiamoci in quello pittorico
ODIsseo: bene
ODIsseo: parlavi di magrite
LORD_JIM: adesso parliamo di dalì
LORD_JIM: se noi prendiamo il quadro di dalì
LORD_JIM: Elephants reflecting swans
LORD_JIM: cioè Elefanti che riflettono cigni
LORD_JIM: noi vediamo degli elefanti che si riflettono nell'acqua (probabilmente si stanno abbeverando)
LORD_JIM: ma se poi guardiamo nell'acqua..
ODIsseo: e l'essere e l'apparire
LORD_JIM: vediamo che il riflesso della loro testa al contrario disegna dei cigni
LORD_JIM: vedi?
LORD_JIM: praticamente dalí
LORD_JIM: ci fa capire che tutto dà diverse sensazioni a secondi del punto di vista di chi osserva
LORD_JIM: e per la poesia è la stessa cosa, ale
ODIsseo: ... certo
ODIsseo: è così
LORD_JIM: ecco perchè la tavola
LORD_JIM: può essere il mare per me
ODIsseo: ma per questo prima ti ho chiesto vuoi che gli altri abbiano una sensazione vaga o certa
LORD_JIM: e la tavola per te
LORD_JIM: la domanda è posta male od
LORD_JIM: io voglio che gli altri abbiano una sensazione...
LORD_JIM: ecco cosa voglio
LORD_JIM: ciao
ODIsseo: si ma la poesia è fatta anche di tecnica
LORD_JIM: certo
ODIsseo: se la pragmatica
ODIsseo: induce a pensare una cosa
ODIsseo: perchè ci conduce
ODIsseo: ... uno non può
ODIsseo: pensare ad altro
ODIsseo: l'azzurro li faceva pensare ad una tovaglia
ODIsseo: ,,, è poesia certo
ODIsseo: ma è vaga
ODIsseo: l'oggetto non è chiaro
LORD_JIM: ciao pat
LORD_JIM: ale..ma allora insisti...
LORD_JIM: ti ho detto che non è chiaro perchè io voglio che non sia chiaro...
LORD_JIM: poi se te mi dici che l'oggetto deve essere chiaro
ODIsseo: scolasticamente ti direbbero che è un errore. ma ci sono precedenti
LORD_JIM: allora ti contraddici dicendo che la poesia è anche tecnica
ODIsseo: vedi mallarmè
ODIsseo: con le poesie oniriche
LORD_JIM: se la poesia è tecnica
LORD_JIM: allora
ODIsseo: è anche tecnica
LORD_JIM: bisogna usare metafore, metonimie, allitterazioni
ODIsseo: ... l'oggetto indeffinito
LORD_JIM: se invece non le usi
LORD_JIM: è come fare una foto
LORD_JIM: è tutto troppo chiaro e troppo simile alla narrativa
LORD_JIM: quando io invece voglio che una cosa sia chiara
LORD_JIM: usol la tecnica dell'acrostico...
LORD_JIM: così chi legge sa di cosa o di chi sto parland
ODIsseo: sarò legato troppo alla logica..
LORD_JIM: altra poesia
LORD_JIM: Mai
ODIsseo: a me piace vedere una costruzione logica... anche nelle sensazioni
ODIsseo: per me la poesia è un castello
LORD_JIM: aspè fatti scrivere questa
ODIsseo: se levo una parola viene giù tutto
LORD_JIM: Mai
LORD_JIM: Oscurità mi
LORD_JIM: Rese
LORD_JIM: Tale
LORD_JIM: Eterna felicità
LORD_JIM: vedi?
LORD_JIM: questa è chiara
ODIsseo: ... che succede
ODIsseo: perchè tagli il mi
ODIsseo: oscurità
ODIsseo: mi rese
LORD_JIM: tramite l'acrostico si capisce a cosa è dedicata
ODIsseo: ma è sbagliato il taglio del verso... si il titolo
ODIsseo: chiarisce molto
LORD_JIM: e quel staccare il Mai e il mi...dà la sensazione di sofferenza. Di qualcosa che si è rotto
LORD_JIM: ma se il titolo non l'ho scritto
ODIsseo: si
ODIsseo: questa è chiara
ODIsseo: ma perchè c'è un titolo
ODIsseo: ungaretti senza titolo
ODIsseo: non è poeta
ODIsseo: mattino. m'illumino d'immenso
LORD_JIM: ma nn l'ho scritto il titolo
ODIsseo: si ma l'acristico
LORD_JIM: cmq
LORD_JIM: ale
LORD_JIM: tu parli di pragmatica
ODIsseo: e sì
LORD_JIM: ma secondo me lo stesso Austin
LORD_JIM: non era del tutto convinto di quello che diceva
ODIsseo: be kierkegard parlava di una scelta che ogni artista fa, se essere di tutti o di pochi
ODIsseo: mi pare fosse in diaspasia
ODIsseo: o forse mi sbaglio
ODIsseo: ... non ricordo mai
LORD_JIM: allora ti dico una cosa
ODIsseo: insomma avere un linguaggio universale
LORD_JIM: la discussione è interessantissima ed è sempre un piacere parlare con te
ODIsseo: o avere un linguaggio emotivo... quanto la retorica aggiunge ai versi
ODIsseo: più ne aggiunge e più sarà ermetica
LORD_JIM: a proposito di tutti o di pochi
LORD_JIM: uno dei miei poeti preferiti
LORD_JIM: è Blas De Otero
LORD_JIM: un poeta spagnolo del 900
LORD_JIM: e mia prima fonte di ispirazione
LORD_JIM: nel lontano 1997
ODIsseo: non lo conosco
ODIsseo: dovrò informarmi
ODIsseo: ma non era della generazione del 27
LORD_JIM: bravo!!!!!
ODIsseo: allora compagno di lorca
LORD_JIM: la famosa generaciòn del 27
ODIsseo: rafael alberti
LORD_JIM: esatto (grandissimi)
LORD_JIM: alberti un po' di meno (era comunista, troppo...)
LORD_JIM: allora ti dicevo
LORD_JIM: Blas de Otero
ODIsseo: anche lorca
ODIsseo: fino a che non lo uccisero
LORD_JIM: sì, ma lorca mi piaceva...
LORD_JIM: Blas De Otero
LORD_JIM: sosteneva
LORD_JIM: che
LORD_JIM: la poesia fino a quel momento era stata destinata a una minoría
LORD_JIM: e che invece doveva essere destinata a la inmensa mayoría
LORD_JIM: e quindi iniziava a parlare nelle sue poesie
LORD_JIM: delle cose quotidiane
ODIsseo: qui torniamo al discorso di universalità
LORD_JIM: anche del telefono che squillava mentre scriveva,,
ODIsseo: della poesia
LORD_JIM: ma secondo me così facendo....non ha fatto altro che
ODIsseo: be chiaramente un anticipatore della quotidianità vista in montale ma non in ossi di seppia
LORD_JIM: fare ciò che facevano gli altri poeti
ODIsseo: più xatura e xenia
LORD_JIM: lui cercava di rivolgersi alla massa tramite il quotidiano
LORD_JIM: ma la sua tecnica paradossalmente
LORD_JIM: faceva sì che la massa non lo apprezzasse..
LORD_JIM: infatti è tra quelli meno conosciuti della sua generazione..
ODIsseo: mmm be nella mente sembra tutto e nella reatà è nulla
ODIsseo: come la sindrome di adele h
LORD_JIM: però siccome anche il poeta è un uomo
ODIsseo: ... si convinse di amare e forse amore lo fu, ma a chi era destinato, per lui era ossessione
LORD_JIM: e a stomaco vuoto non si riesce a scrivere....
ODIsseo: e provava di riflesso odio
LORD_JIM: ora vado a cucinare...
LORD_JIM: semmai ci si risente dopo e continuiamo
ODIsseo: ok
LORD_JIM: poi parliamo un po' di jakobson e saussure
LORD_JIM: a proposito di comunicazione
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MARCO FLAMMINI

Wednesday, June 13, 2007

La promozione in C1 non si dimentica... Magico Basket Scauri, grazie ragazzi


Basket Scauri 10/6/2007 (13-06-2007)

Di mille voci
Una.
Di emozioni
Un turbinio.
Delusione
Ed esaltazione
Negli occhi
Spaziano.
Timidamente
D’un tratto
La gioia
La tristezza
Percorre.
Ma è di minuti
Vana illusione.
Ma d’incanto
Nuovamente
S’intonano canti
Con il cuore
Alla sirena
Teso,
Nella speranzosa
Attesa
Di poter
Finalmente urlare
Una lettera
Ed un numero:
C 1.

Versificazione libera

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MARCO FLAMMINI

Saturday, May 19, 2007

Odio e amore....

Seducente candore (19-05-2007)

Lusinga
Lo sguardo
Il candore suo.
Da lei attratto
L’ardito,
Respinto
L’incerto,
Viene.
La mente
Conforta,
Il corpo
Lacera.
Poliedrica
Al profano
Appare,
Seducente
Al devoto
Quando il nome
Suo declama:
NEVE


Versificazione libera

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MARCO FLAMMINI

Thursday, February 08, 2007

Il vaso di Pandora..tra mito e realtà

Pandy (08-02-2007)

Viso d’angelo
Il suo, irrompe
Nella notte,
L’oscurità
Rischiarando
Dei miei giorni.
Rallegra
Le mie buie notti
Il sorriso suo.
Mi guida
Il suo sguardo
Sul sentiero
Della mia vita.
Soavemente
Mi culla
La sua voce
Nell’eremo
Delle tenebre.

Versificazione libera

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MARCO FLAMMINI

Friday, January 26, 2007

L'ennesimo acrostico per lei...

Lei (26-01-2007)

La speme nel cuor
Ancor ristora
Un rifugio
Richiedendo
Al sorriso suo.
Domani e ancor domani
Oserò sognare
Magiche e nuove
Emozioni
Nell’abisso del suo sguardo
Immergendomi
Come da profondità
Attratto.

Versificazione libera e acrostico

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MARCO FLAMMINI